Sintomi carenza vitamina D: Come riconoscerli e porvi rimedio?

In questo articolo esamineremo tutto ciò che concerne la carenza di vitamina e ormone D, con particolare attenzione ai suoi sintomi e possibili rimedi. Forse è da un po’ di tempo che hai dubbi sulla salute delle tue ossa, forse ti stai chiedendo se il tuo stile di vita ti garantisce abbastanza esposizione all’aria aperta, oppure se sei preoccupato che alcuni fastidi siano in realtà collegati a una carenza di questo tipo.

E’ una preoccupazione più che comprensibile, dato che la carenza di vitamina D non è facile da riconoscere. Si tratta infatti di una carenza che spesso passa inosservata finché purtroppo non arriva a livelli molto dannosi sia per le ossa che per altri importanti muscoli, come il cuore, e altri ambiti, come l’ umore. La vitamina D contribuisce alla salute dell’ organismo in modo più profondo di quanto si possa pensare.
Se sei interessato a come prevenire e cogliere i primi segnali di questa carenza spiegata in parole semplici, continua a leggere.

Cos’è la carenza di vitamina D?

Partiamo innanzitutto con il definire cos’è: la carenza di vitamina D, o ipovitaminosi D, è una condizione che si instaura dal momento in cui non ci sono livelli sufficienti di vitamina D nel corpo.

Questa vitamina è un componente fondamentale per garantire alcuni processi metabolici, primo fra tutti quello legato alla salute delle ossa, e più recentemente, sembrerebbe avere connessioni con salute del cuore.

La carenza di vitamina D è purtroppo molto diffusa, nonostante sia una delle poche vitamine che il nostro organismo produce in maniera autonoma.

Cause della carenza di vitamina D

Questa vitamina ha una caratteristica particolare: perché il corpo sia in grado di produrla, ha bisogno di una adeguata esposizione al sole. Infatti, in condizioni normali, la sola esposizione è sufficiente per garantire il fabbisogno necessario. Considerando però come sono cambiati gli stili di vita e quanto è diminuito il tempo dedicato all’attività fisica all’aperto, è facile capire come è possibile che i casi di ipovitaminosi siano aumentati.

E’ bene infatti notare che d’estate le creme solari impediscono la corretta sintesi, e nei mesi invernali non solo abbiamo ridotte ore di luce, ma i nostri vestiti coprenti rischiano di non lasciare abbastanza pelle scoperta. E’ proprio in inverno infatti che il rischio di carenza di vitamina D aumenta.

Oltre alla mancata esposizione solare, altri fattori che possono favorire l’insorgenza di questa carenza sono l’avanzare dell’età, l’avere una pelle scura (la maggior concentrazione di melanina contrasta la sintesi), un apporto insufficiente dalla dieta, il fumo e l’obesità, assieme a un eccessivo uso di creme solari, alcuni trattamenti farmacologici e alcune patologie come il cattivo assorbimento intestinale. Ma in modo più banale, a volte basta la tendenza soggettiva ad evitare la luce diretta.

La carenza da vitamina D è molto subdola. Si tratta infatti di una mancanza che non si nota e non crea problemi nel breve periodo, dato che spesso è asintomatica, ma che si rende nota con effetti terribili nel lungo termine. La sua particolarità è anche il fatto che tende a presentarsi con sintomi che non sono immediatamente riconducibili a questo tipo di carenza, con la conseguenza di passare inosservato potenzialmente per molto tempo.
Ad essere compromessa è la mineralizzazione ossea, che si può evolvere in una serie di patologie sia in bambini che adulti. Di recente inoltre, è stata scoperta la connessione fra la carenza di vitamina D e la salute cardiovascolare e malattie come il diabete e l’ipertensione.

Sintomi spia della carenza di vitamina D


Guardiamo adesso quali sono i sintomi principali con cui si presenta la mancanza di vitamina D. Nel caso in cui riscontrassi tali disagi si consiglia sempre il consulto con un medico, in modo da poter eventualmente misurare al più presto i valori del sangue di questa vitamina.

1. Dolori alle ossa e articolazioni: è stato infatti riscontrato che questo tipo di sintomi è correlato in modo molto significativo con la carenza di vitamina D, inclusa l’ osteoporosi. Per quanto un corpo adulto non abbia più bisogno di crescere come invece accade per i bambini, il tessuto osseo viene continuamente rinnovato e sostituito in modo da mantenerne l’efficienza.
Questo è il motivo per cui l’età è uno dei fattori di rischio, dato che la normale attività rigenerativa tende a rallentare, portando appunto a una maggior probabilità di avere ossa fragili, fino all’insorgere dell’ osteoporosi vera e propria.
Inoltre il dolore alle ossa appare spesso profondo e aspecifico rispetto a qualche parte del corpo, rendendolo veramente importante da non ignorare, neanche quando si presenta alla schiena.

2. Soffri di debolezza muscolare: anche questo sintomo è stato correlato in modo significativo con bassi livelli di vitamina D. In questo caso è l’organismo stesso a mandare dei segnali di un malessere in corso.
3. Soffri di stanchezza: se ti senti sempre stanco e affaticato, una delle cause sottostanti potrebbe essere appunto la carenza vitaminica in questione. Sono soprattutto le donne under 40 a soffrire di questo sintomi, spesso non preso particolarmente in considerazione come dovrebbe.

4. Soffri di ipertensione o sei a rischio di malattie cardiovascolari: come citato in precedenza, di recente sono state notate importanti connessioni fra carenza la vitamina D e queste due categorie, che possono evolvere in malattie invalidanti o che compromettono l’aspettativa di vita. Alcuni sintomi tipici riscontrati riguardano vertigini, dolori al petto e alla schiena, oltre al gonfiore riguardante gambe e piedi.
Un’altra condizione di rischio da non trascurare riguarda l’ansia, in particolare quella cronica. Uno patologia ansiosa trascurata nel lungo termine può portare allo sviluppo dell’ipertensione, e di conseguenza, aumentare il rischio cardiovascolare.
5. Ti ammali spesso: è stato dimostrato che la vitamina D contribuisce alla salute del nostro sistema immunitario. Una carenza potrebbe arrivare ad indebolirlo, con una conseguente incidenza più alta di infezioni, come il raffreddore o l’influenza. Oltre a questo, le ferite potrebbero avere un tempo di ripresa più lungo del normale.
6. Hai sbalzi di umore o depressione: per quanto la correlazione fra questa vitamina e l’umore siano ancora sotto studio, sembrerebbe esserci una buona relazione fra i livelli nell’organismo e l’incidenza, o la gravità dei sintomi riguardanti l’umore, in particolare per quanto riguarda dei cambi in senso negativo (tristezza, nervosismo, o appunto vera e propria depressione).

Nella maggior parte dei casi, risolvere la carenza significa anche avere un miglioramento, se non la completa assenza di tutti questi sintomi.
Per quanto questi siano i sintomi cardine che indicano una mancanza di vitamina D, non sono assolutamente terminati. E’ importante prestare attenzione anche alla difficoltà di concentrazione, e a malattie come l’osteomalacia, condizione in cui si assiste a una rarefazione delle ossa e un loro conseguente indebolimento e tendenza alla frattura, fino ad arrivare alla loro deformazione e difficoltà nella deambulazione.

E’ inoltre bene ricordare che anche i neonati allattati con latte materno, i bambini e i giovani possono essere colpiti da una carenza di vitamina D. In particolare subentra la possibilità più elevata di essere affetti da rachitismo. Il rachitismo è definibile come un difetto di mineralizzazione ossea, dato da livelli insufficienti di vitamina D, e che porta, nel tempo, a una progressiva deformazione ossea e cedimento dato dall’aumento del peso corporeo e dei muscoli. I soggetti affetti infatti sono spesso caratterizzati da gambe storte, un viso e mascella stretti, e cassa toracica incavata (detto pectus excavatum).
Il rachitismo è riscontrato maggiormente nelle popolazioni caratterizzate da pelle scura, un fattore di rischio che avevamo già citato in precedenza. Ma per fortuna nonostante tutto, il miglioramento progressivo della qualità di vita ha permesso a questa condizione di essere sempre meno frequente, rispetto soprattutto a epoche precedenti. In ogni caso, per prevenire l’insorgenza è meglio abituare il prima possibile il bambino a uno stile di vita salutare e che faccia stare in modo sufficiente all’aperto, avendo cura di esporlo, con le dovute precauzioni, alla luce solare diretta.

Rimedi per l’insufficienza di vitamina D


Una doverosa premessa: le informazioni contenute in questo articolo solo da intendersi di carattere informativo e generale, e non sostituiscono il consiglio di un medico e di altri operatori sanitari. Le indicazioni riguardanti terapie e posologie sono sempre da intendersi con un fine illustrativo.

Innanzitutto occorre sapere che la carenza di vitamina D viene rilevata tramite le analisi del sangue e delle urine. Con questa semplice procedura vengono misurati i livelli della vitamina circolante nel sangue, permettendo in modo immediato di riconoscere un’insufficienza e la sua gravità. Dunque in parole semplici valori normali di vitamina D quando la concentrazione è compresa fra i 30 ng/ml e gli 80 ng/ml (nanogrammo per millilitro). Identificata la carenza sarà necessario rivolgersi al proprio medico per capire in modo corretto quali siano le cause scatenanti, tramite anche ulteriori esami diagnostici. Solo così si potrà stabilire la terapia più efficace e risolutiva.

Non a caso, le terapie per contrastare la carenza di vitamina D sono causali. Questo significa che l’intento è trovare ciò che spiega per quale motivo è insorta la carenza, unite a terapie per ripristinare un livello di vitamina D adeguato. Di conseguenza, considerando la varietà di fattori in gioco e la complessità di una carenza, la terapia scelta sarà personale a seconda di quanto concluso grazie all’anamnesi e dagli esiti degli altri esami.
Per quanto riguarda le indicazioni generali, di solito si tratta dell’ assunzione di alcuni specifici cibi a livello di alimentazione; ovvero, viene richiesta una correzione della propria alimentazione in modo tale da introdurre una buona quantità di alimenti naturalmente ricchi o fortificati in vitamina D, oppure di integratori. Questi accorgimenti sono studiati per risolvere la carenza nel breve termine e riportare nell’immediato dei livelli nel range di normalità, mentre la terapia causale si occuperà di risolvere le cause, ma sarà di conseguenza più lenta.
La sinergia di queste strategie terapeutiche è motivata dal fatto che mantenere dei livelli bassi di vitamina D è molto pericoloso per la salute.

Una particolare attenzione sarà inoltre prestata alle abitudini di esposizione alla luce solare, dato che abbiamo specificato quanto sia importante averne una corretta esposizione per garantire appropriati livelli di vitamina, oltre che a fattori quali abitudini dannose di fumo e sostanze stupefacenti, o altre condizioni quali la gravidanza, allattamento, e anche la propria residenza.

Come scegliere l’integratore adatto


Integrare questa importante vitamina può risultare difficoltoso, in particolar modo se non si hanno molte possibilità di stare all’aria aperta per un periodo di tempo sufficiente, o se per qualunque motivo, si hanno altri fattori di rischio come l’ età, come abbiamo visto in precedenza. Alcune volte è proprio la latitudine, ovvero la distanza dall’equatore, a rendere difficile avere giusti livelli di vitamina D. Sapendo questo, esistono adesso diversi prodotti con cui rimediare o prevenire l’insorgenza di una carenza di vitamina D.

Innanzitutto ci viene incontro l’alimentazione. Purtroppo le fonti alimentari di vitamina in modo naturale o meno di questa vitamina sono piuttosto limitati. Alcuni prodotti ad alto contenuto di vitamina D però troviamo il latte, lo yogurt e il burro, il succo d’arancia e alcuni cereali per la colazione, assieme anche agli oli di pesce e alcuni tipi di carne come il salmone, pesce spada, tonno e anguilla, per nominarne un paio.
Bisogna però prestare sempre attenzione anche agli alimenti fortificati in vitamina D, perché se è vero che troppa poca causa diversi problemi e malattie, anche un apporto alimentare della vitamina eccessivo e di conseguenza un livello troppo alto nell’organismo risultano in problemi di tossicità. Per determinare un eccesso di vitamina D il valore dovrà superare i 150 ng/ml e sarà molto probabilmente accompagnata da diversi segni e sintomi, fra cui ricordiamo: vomito, diarrea, mal di testa, mineralizzazione di tessuti non ossei (calcificazioni, il contrario dell’ osteoporosi), calcoli renali, perdita di peso e appetito, oltre problemi cardiaci.

Per quanto l’integrazione della vitamina D invece, la vitamina D può avere due forme diverse: vitamina D2 di origine vegetale, e la vitamina D3 di origine animale. E’ stato studiato che la vitamina D3 è più efficace, ma perché riesca a venire attivata e diventare la vitamina D conosciuta solitamente ha bisogno di essere lavorata sia nel fegato, e poi nei reni. Solo dopo aver passato questi step la vitamina si comporta in realtà da ormone, agendo direttamente a livello intestinale per favorire l’assorbimento del calcio nell’organismo.

Conclusioni

Abbiamo dunque messo in evidenza ogni aspetto legato alla vitamina D e le sue importanti funzioni per il nostro organismo, incluso l’umore. Alla luce di tutte le informazioni, possiamo concludere che è una carenza in aumento nella popolazione, in particolare per quanto riguarda la fascia di età superiore ai 50 anni, ma che è rivelabile con facilità grazie alle analisi del sangue.
Le cause alla base di questa carenza possono essere molte e varie fra di loro, comprendenti alcuni fattori di rischio personali (pelle scura, età, stile di vita), e altri invece esterni come possono essere alcuni trattamenti e cure farmacologie, nonché alcune patologie più o meno invalidanti.


Di conseguenza, una corretta prevenzione deve comprendere:
– Un’adeguata esposizione alla luce solare di almeno 15 minuti al giorno, con le giuste accortezze,
– Avere un corretto apporto alimentare della vitamina, con una dieta che includa alimenti ricchi di questa, ma non in eccesso,
Integratori a base di vitamina D e alimenti fortificati, se uno dei punti è difficilmente percorribile.

Ricordiamo che queste indicazioni sono da seguire previo consulto medico o di altri specialisti autorizzati. In particolare per quanto riguarda persone avanti con l’età sono affette con più facilità da questa carenza, poiché negli anni diminuisce la capacità di sintesi endogena e la capacità di attivarla correttamente. Questo implica che il loro fabbisogno è più alto della norma, dovendo dunque ricorrere a specifici trattamenti.
Seguendo tutti questi passaggi sarà possibile scongiurare la carenza di vitamina D ed essere anche protetti dai principali effetti che ne derivano, ovvero osteoporosi, e osteomalacia, nonché rachitismo (per quanto riguarda i bambini).